Una foresta a due passi dalla città
Sulle dolci colline senza particolari dislivelli e faticose salite, è possibile passare una giornata all’aria aperta.
In un bosco misto di roveri e cerri, si snoda una rete di sentieri, molti dei quali già esistenti in passato quando “I Boschi” erano riserva di caccia delle famiglie nobiliari.


Particolarmente interessante è il sottobosco, a primavera, quando si copre di abbondanti fioriture, mentre in autunno, le rive dei laghi ed il Giardino Monumentale del Casino de’ Boschi si tingono di colori insoliti per le nostre foreste. Sono infatti moltissime le specie forestali esotiche che Maria Luigia e la Famiglia Carrega hanno introdotto nella zona.
Più la metà degli oltre mille ettari del parco è ricoperta da boschi, spesso fiancheggiati da lunghe siepi.
Buona parte delle specie è costituita da castagni e da faggi impiantati nei primi decenni del secolo scorso.
Tra gli altri alberi sono frequenti l’orniello, la robinia e l’acero campestre.
Tra gli arbusti predominano i cespi della felce aquilina.
La restante copertura forestale è formata da querceti alternati da conifere e altre latifoglie. Sono presenti anche alcuni esemplari di piante esotiche, tra cui il cedro del Libano, l’abete bianco americano e la sequoia.


Sono state rilevate oltre 400 specie di funghi. La stagione più adatta per la loro crescita è la tarda estate e l’autunno, ma anche in primavera si possono trovare la spugnola grigia e la vescia gemmata, nonché il pregiato prugnolo. Sui castagni è tipica la formazione della lingua di bue. Le aree erbose sono adatte soprattutto alla crescita del prataiolo comune e della mazza di tamburo.
Il capriolo (Capreolus capreolus) è senza dubbio l’animale più rappresentativo del parco. Si trova libero in tutta l’area protetta. È presente da una ventina d’anni in alcune aree anche il cinghiale.<br>Tra i mammiferi sono presenti anche l’arvicola, il riccio, il moscardino, il toporagno, lo scoiattolo e la lepre. Tra i carnivori la volpe, il tasso, la faina, porcospino e la donnola.


L’avifauna è molto diversificata, comprendendo circa 70 specie presenti regolarmente nel corso dell’anno.
Tra queste il picchio verde, il picchio rosso maggiore, la cinciallegra, il picchio muratore, il codirosso, la ghiandaia, il pettirosso, l’usignolo e il verdone.
Tra i rapaci lo sparviero, il gufo, l’assiolo e la civetta.
Alcune specie acquatiche vanno e vengono dal vicino Parco Regionale Fluviale del Taro, come la garzetta, la nitticora, l’airone cinerino e varie specie di anatre.
Tra gli anfibi sono comuni il rospo comune, la rana verde, la raganella e il tritone crestato; meno frequenti il rospo smeraldino, l’ululone dal ventre giallo e la salamandra pezzata. Tra i rettili è frequente la testuggine palustre, che abita i laghi (in particolare il lago delle Navette e della Svizzera) e le pozze. Presenti anche l’orbettino, il biacco, il saettone e la biscia dal collare. Segnalati sporadicamente anche la vipera comune e il colubro liscio.


All’interno del parco si possono trovare alcuni gioielli architettonici.
Il Casino dei Boschi è un edificio fatto costruire dalla duchessa Maria Amalia di Borbone tra il 1775 e il 1789. Fu progettato dall’architetto francese Petitot su un preesistente chalet di caccia.
Nel 1819 fu acquistato da Maria Luisa d’Austria, che incaricò l’architetto Nicola Bettoli di ristrutturare l’edificio secondo lo stile neoclassico. Aggiunse un lunghissimo colonnato con al centro il Casinetto, un edificio con orologio e torre campanaria, che ospitava il teatrino di corte.
La Villa del Ferlaro venne fatta costruire dalla duchessa Maria Luisa d’Austria su un preesistente edificio, il Casinetto Fedolfi, per destinarla a residenza estiva dei suoi figli. L’architetto Paolo Gazola, incaricato dei lavori, apportò diversi ampliamenti rifacentesi a schemi provenienti dal Palladio.
Si trova a poca distanza dal Casino dei Boschi ed è circondata da un parco all’inglese ricco di piante esotiche e conifere secolari.
